Anthyllis

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1 gerbillo, 10/07/17 12:47

Ero interssato ad uno shampoo antiforfora di questa linea che ha certificazione icea e composizione vegan ma non vedo Anthyllis tra le aziende cruelty free di consumo consapevole. Non va quindi bene? Come mai? Idem per Almacabio e Athena: queste sono cruelty free da sempre: perché sono scomparse dalla lista? Inizio a non capirci più nulla...

2 Andrea, 10/07/17 13:08

gerbillo ha scritto:
ma non vedo Anthyllis tra le aziende cruelty free di consumo consapevole.

Anthyllis c'è: http://www.consumoconsapevole.org/cosmetici_cruelty_free/lista_cruelty-free.html
Hai forse trovato in giro una versione obsoleta della lista?

Idem per Almacabio e Athena: queste sono cruelty free da sempre: perché sono scomparse dalla lista?

Almacabio mi pare abbia abbandonato da tempo la certificazione (o auto-certificazione, non ricordo quale avesse). Non so Athena, ma se era nella lista ed è stata tolta probabilmente il motivo è lo stesso.

Nota che anche nei loro siti non c'è più alcun accenno al cruelty-free. Entrambe hanno il marchio VeganOK che non solo non dice niente dell'aspetto cruelty-free ma è erogato da un'azienda che ha sempre invitato a boicottare i prodotti che aderiscono a questo standard contro la vivisezione.

3 gerbillo, 10/07/17 16:53

Ciao Andrea, in realtà avevo guardato erroneamente la lista riassuntiva dei prodotti per la casa e non dei cosmetici...ecco perché non trovavo Anthyllis. Sul sito di Athena ho trovato questa loro dichiarazione:

http://www.athenas.it/facciamo-chiarezza-sul-discorso-cruelty-free/

un po' sibillina ma in teoria non testano sul prodotto finito (come tutti) e chiedono l'impegno ai fornitori di non testare le materie prime. Vanno quindi evitati perché hanno abbandonato icea? La loro autocertificazione non è sufficiente?

4 Andrea, 10/07/17 17:32

gerbillo ha scritto:
Sul sito di Athena ho trovato questa loro dichiarazione:
http://www.athenas.it/facciamo-chiarezza-sul-discorso-cruelty-free/

In sostanza dicono che fino al 2013 il cruelty-free aveva senso, dopo no perché anche i test sugli ingredienti sono
stati proibiti quindi dal punto di vista della vivisezione tutti i cosmetici sono uguali.

Purtroppo questo non è vero, ci sono comunque dei casi non coperti dalla nuova legge in cui gli ingredienti possono essere testati e l'adesione allo standard serve ancora.

un po' sibillina ma in teoria non testano sul prodotto finito (come tutti) e chiedono l'impegno ai fornitori di non testare le materie prime.

Non c'è scritto che chiedono ai fornitori l'impegno di non testare le materie prime, dicono che dal 2013 è garantito per legge, ma come scritto sopra non è vero.

Ma se anche chiedessero tale garanzia non basta: i test possono farli altri, non i produttori della materie prime.

Vanno quindi evitati perché hanno abbandonato icea? La loro autocertificazione non è sufficiente?

Se procedessero con l'autocertificazione sarebbe sufficiente: non spenderebbero niente e verrebbero inclusi nella lista di Consumo Consapevole (ovviamente verrebbe indicato che hanno l'auto-certificazione e non la certificazione). Ma non stanno auto-certificando niente: anzi, stanno dicendo che non serve certificare o auto-certificare perché il cruelty-free è garantito per legge, cosa non vera.

5 Andrea, 10/07/17 17:38

Andrea ha scritto:
Purtroppo questo non è vero, ci sono comunque dei casi non coperti dalla nuova legge in cui gli ingredienti possono essere testati e l'adesione allo standard serve ancora.

Più precisamente: se un ingrediente viene creato appositamente per uso cosmetico non può essere testato su animali. Se però viene creato per uso più generico e viene usato anche nei cosmetici allora può essere testato su animali.

Visto che i cosmetici hanno sia ingredienti creati appositamente per uso cosmetico che ingredienti creati per usi più generali, ecco che la legge non li copre tutti. L'adesione allo standard (con certificazione o con auto-certficazione gratuita) quindi serve ancora per garantire che anche gli ingredienti che potrebbero incrementare la vivisezione non lo facciano.


Infine questo divieto parziale di test su animali vale solo per i cosmetici, non per i prodotti per la casa.

6 gerbillo, 10/07/17 20:21

Tutto chiaro, grazie. Mi spiace non poter utilizzare questi prodotti perché presenti nella grande distribuzione. Ultima cosa: San. Eco. Vit è nella lista Vivo quindi tutte le sue linee sono ok? Perché ora ne è uscita una nuova nei negozi Tigotà (Bioteca Italiana)...posso andare sul sicuro? Certificata Icea e vegan...

7 Marina, 10/07/17 21:45

gerbillo ha scritto:
Ultima cosa: San. Eco. Vit è nella lista Vivo quindi tutte le sue linee sono ok? Perché ora ne è uscita una nuova nei negozi Tigotà (Bioteca Italiana)...posso andare sul sicuro? Certificata Icea e vegan...

Prova a scrivere alla ditta.

8 Jei, 11/07/17 08:11

Queste certificazioni o autocertificazioni sono sempre gratuite?
Perché alcune volte le ditte mi rispondono come all'utente sopra, cioè che ormai aderire a qualche lista è superfluo e che non lo fanno più, visto che costa.

Poi un'altra domanda...per far parte della lista cruelty free, le ditte devono avere i requisiti da almeno tot anni, mi pare di aver capito. Probabilmente ho capito male. Nel senso....potrebbe essere che alcune ditte siano del tutto conformi e pronte alla certificazione ma da pochi anni, per cui non possano comparire nella lista pur avendone i requisiti?
Grazie

9 Andrea, 11/07/17 09:11

Jei ha scritto:
Queste certificazioni o autocertificazioni sono sempre gratuite?

La certificazione costa, anceh parecchio, l'auto-certificazione controllata da Consumo Consapevole è gratutita.

Perché alcune volte le ditte mi rispondono come all'utente sopra, cioè che ormai aderire a qualche lista è superfluo e che non lo fanno più, visto che costa.

Sì, molte dicono questo, ma non è vero: l'adesione allo standard serve ancora e se fatto con l'auto-certificazione è gratuito.

Poi un'altra domanda...per far parte della lista cruelty free, le ditte devono avere i requisiti da almeno tot anni, mi pare di aver capito. Probabilmente ho capito male. Nel senso....potrebbe essere che alcune ditte siano del tutto conformi e pronte alla certificazione ma da pochi anni, per cui non possano comparire nella lista pur avendone i requisiti?

No no.. se anche una ditta diventa conforme solamente oggi può subito iniziare a preparare la documentazione.

10 Jei, 11/07/17 09:22

Grazie... siete un sacco competenti! ;-)

11 gerbillo, 11/07/17 10:30

San. Eco. Vit mi ha risposto dicendo che anche la linea bioteca italiana è nella lista dei cosmetici cruelty free. Per quanto riguarda la certificazione stanno però passando a Bios e gli standard sono pressappoco gli stessi validi per ICEA. Quindi tutte le linee (Ecor, Biobj, etc.) usciranno dalla lista di consumo consapevole? Ma che casino...

12 Andrea, 11/07/17 10:56

gerbillo ha scritto:
Per quanto riguarda la certificazione stanno però passando a Bios e gli standard sono pressappoco gli stessi validi per ICEA.

Quindi tutte le linee (Ecor, Biobj, etc.) usciranno dalla lista di consumo consapevole? Ma che casino...

Dipende da cosa intendono per "pressapoco gli stessi".

Esiste un solo standard al mondo che garantisce che un cosmetico o prodotto per la casa non incrementi la vivisezione ed è quello ideato decenni fa dalla BUAV in Inghilterra.

Se una ditta lo rispetta viene inserita nella lista di Consumo Consapevole, non importa se usa l'auto-certificazione o una delle certificazioni a pagamento.

In Italia per ora solo ICEA ha una certificazione che garantisce che la ditta rispetti tale standard. Se adesso ce ne sarà un'altra allora non c'è problema. le ditte che usano questa seconda certificazione rimangono nella lista. Se invece si tratta di una delle decine di certificazioni che di fatto non garantiscono nulla, allora ne esce perché da quel momento in poi potrebbero usare nuovi ingredienti testati.

"Papà, raccontami ancora di quando le persone hanno smesso di uccidere gli animali per mangiarli."

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