Introduzione (lunga), da leggere!

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1 Andrea, 7/07/07 16:27

Ciao,

abbiamo aperto questo nuovo forum per dare più spazio a cosmetici ed abbigliamento Cruelty-Free, argomenti che fino ad ora venivano discussi nel forum "Vivere Vegan" ma tendevano a perdersi perchè quasi tutti i messaggi riguardavano l'alimentazione.

Per l'abbigliamento è facile: bisogna evitare tutto ciò
che viene prodotto uccidendo o sfruttando animali quindi oltre ovviamente a pelle e pellicce, anche la lana, la seta ecc.

Qui ci sono tutte le indicazioni utili sull'argomento: https://www.vegfacile.info/vestirsi.html

Per i cosmetici occorre tenere conto di 2 aspetti:
1) Presenza di ingredienti animali (latte, prodotti delle api ecc.)
2) Esperimenti su animali effettuati per mettere in commercio il prodotto.

Per quanto riguarda gli esperimenti su animali il discorso è molto più complesso, ed è ulteriormente complicato da molta disinformazione che circola, purtroppo anche su siti frequentati da animalisti.

Cerco di riassumere la situazione in breve.

Un cosmetico è un "prodotto finito" costituito da vari ingredienti. Per la produzione di cosmetici quindi occorre tenere in considerazione i test su animali effettuati
1) Sul prodotto finito
2) Sui singoli ingredienti

Il prodotto finito ormai non viene quasi più testato, a parte pochissime eccezioni.

I singoli ingredienti invece sono SEMPRE testati, per legge, per essere messi in commercio. L'unica eccezione sono gli ingredienti completamente vegetali, ma è rarissimo il caso di cosmetici prodotti solo con ingredienti vegetali.

Questi test non sono necessari, anzi, sono del tutto fuorvianti come tutta la vivisezione, e una legge li ha già proibiti, ma l'entrata in vigore viene slittata continuamente da moltissimi anni a questa parte. (oltre 15 anni). Quindi non si sa se e quando questa legge entrerà realmente in vigore.

Da questa premessa sembrerebbe che tutti i cosmetici siano uguali: ingredienti testati e prodotto finito non testato.

A questo punto interviene lo standard "Cruelty-Free" che non è, attenzione, la generica scritta "Cruelty-Free"
messa su molti prodotti, ma è l'adesione formale di un'azienda a questo standard:

http://www.consumoconsapevole.org/07cosmetici-c.html

In pratica, aderire allo Standard "Non Testato su
Animali" significa sicuramente che il prodotto finito non
è mai stato testato, mentre riguardo agli ingredienti significa che non sono stati testati dopo una specifica data (che varia da un produttore all'altro), chiamata cut-off date, il che equivale a dire non tanto che nessuno degli ingredienti sia MAI stato testato (sarebbe impossibile), ma che non viene incrementata la vivisezione. Nella pratica, significa che il produttore si impegna a non comprare più ingredienti nuovi a partire da quella data (infatti per ogni ingrediente nuovo si devono compiere nuovi test).

Quindi la situazione è questa:

- Le aziende che aderiscono allo standard producono cosmetici che NON incrementano la sperimentazione animale
- Le altre aziende, utilizzando sempre nuovi ingredienti, causano sempre nuovi esperimenti su animali che la legge impone per mettere in commercio questi nuovi ingredienti.

L'elenco delle ditte che hanno aderito allo standard è
qui:
http://www.consumoconsapevole.org/07cosmetici-d.html

Con queste ditte non si contribuisce alla sperimentazione animale, e per ciascuna sono indicati gli ingredienti animali da evitare. E' anche indicato se l'azienda si auto-certifica (ossia dichiara sotto la propria responsabilità di soddisfare i requisiti imposti dallo standard) oppure se è certificata da ICEA, un ente esterno, che si occupa di verificare che l'azienda in effetti mantenga il proprio impegno.

A questo punto sapete tutto quello che c'è da sapere sui cosmetici cruelty-free.

Vediamo però la disinformazione che circola
sull'argomento, e che possiamo dividere in 2 categorie:

1) Aziende che NON sono cruelty free spacciate per tali

2) Tentativo di convincere la gente che lo standard cruelty-free sia "una bufala" e che in realtà tutti i cosmetici siano uguali dal punto di vista dei test su animali.

In entrambi i casi si cerca di convincere l'acquirente a comprare un cosmetico che incrementa la vivisezione.

Gli inganni più diffusi sono:

============================================================================= Alcune argomentazioni usate per spacciare per cruelty-free aziende che NON lo sono ====================================================

1) Generica dicitura del tipo "non effettuiamo test su animali".

Questa non ha senso: non sono necessariamente i produttori di cosmetici a effettuare i test, ma altri laboratori. Ma CHI effettua i test è ininfluente, noi non vogliamo contribuirvi e basta, indipendentemente da chi li faccia.

2) Dicitura del tipo "Prodotto finito non testato su animali".

Come scritto sopra questo non accade praticamente mai, gli ingredienti sono il problema, non il prodotto finito. La scritta quindi non indica un cosmetio preferibile agli altri.

3) Frasi (non riportate sulle confezioni ma dette a voce): "Ingredienti non testati su animali".

A meno che il cosmetico sia 100% vegetale (caso rarissimo) è FALSO. Per legge non esistono ingredienti non testati su animali. Non viene mai scritto sulle confezioni perchè è palesemente falso, non semplicemente fuorviante.

4) Immagini di coniglietti, generiche scritte "cruelty-free", "non testato", ecc. ecc.

Non hanno alcun valore, chiunque può metterle, sono talmente generiche che nessuno potrebbe accusarli di mentire.

L'unica garanzia è la presenza nella lista di chi ha aderito FORMALMENTE allo standard; la lista è qui: http://www.consumoconsapevole.org/07cosmetici-d.html

========================================================== Alcune argomentazioni usate per convincere la gente che lo standard cruelty-free sia "una bufala" ==========================================================

1) Lo standard mente dicendo che esistono ingredienti non testati.

Questa è l'obiezione più diffusa e anche la più
palesemente falsa. Lo standard non sostiene in alcun modo che esistano ingredienti non testati. Al contrario, nasce proprio perchè tutti gli ingredienti lo sono.

2) Chiunque può scrivere "cruelty-free".

Anche questa è molto diffusa e decisamente mistificatrice. In pratica si criticano le aziende che non fanno parte dello standard ma che mettono generiche scritte ingannatorie (e questo va bene) e poi si estendono le critiche a chi invece vi aderisce (e questo non va bene..)

Sarebbe come dire: "Non comprate un orologio prodotto
dalla ditta xyz, perchè in giro ci sono delle imitazioni". Questo non ha senso: il fatto che esistano imitazioni non ha niente a che vedere con il suggerimento di non comprare l'orologio quando si è certi della sua originalità. Benissimo invece invitare a diffidare delle imitazioni.

3) Attacchiamo lo standard perchè molti credono che le aziende che aderiscono allo standard siano eco-bio.

Non ha senso. A parte che non è così: la gente sa che lo standard riguarda solo i test su animali. Ma se anche fosse basterebbe mettere in guardia la gente da questo equivoco, non ha semplicemente senso attaccare una cosa vera perchè qualcuno la interpreta male dandole anche un secondo significato.

4) Le piccole aziende non possono permettersi la certificazione e quindi sono svantaggiate.

Incredibile a dirsi ma questa argomentazione viene sistematicamente sostenuta da chi sostiene che tutta la certificazione è una bufala. In pratica, messi alle strette, continuano simultaneamente a dire che a) la lista di aziende che hanno aderito allo standard è una bufala e b) la lista ha senso ma non tutte le aziende possono pagare la certificazione pur soddisfacendone i requisiti!

Oltre a questo evidente paradosso l'osservazione non ha senso perchè l'auto-certificazione non costa niente. Chi non può permettersi la certificazione di ICEA può procedere così.

5) L'autocertificazione non dà alcuna garanzia

Autocertificazione significa che il produttore prende precisi impegni e li firma. Se poi viene scoperto a mentire, il danno che gliene viene è grande, chi glielo fa fare?

6) Lo standard non ha senso perchè tutti gli ingredienti possono essere oggetto di altri test su animali.

Questo è un non-problema: per essere in linea con lo Standard l'azienda deve presentare una dichiarazione del fornitore che attesti che ciascun ingrediente non è stato testato dopo la cut-off date. Se un ingrediente era in regola, e a un successivo controllo (fatto ogni 2-3 anni) non lo è più, perchè è stato testato dopo la cut-off date, quell'ingrediente non può più essere usato, e va
sostituito con un altro che rispetti i requisiti. Questo problema, comunque, si pone molto raramente, perchè a nessuna industria piace fare i test per nulla.

Se poi qualcuno fa dei test su una data sostanza, per ricerca di base, per sfizio, per pubblicare un articolo o quant'altro, in modo del tutto indipendente dal produttore di quell'ingrediente, questo non riguarda lo Standard, perchè qualsiasi cosa può essere testata su animali in qualsiasi momento: lo sono anche i succhi di frutta, i cavolfiori e il sale da cucina, sempre per ricerca di base, per sfizio, ecc., ma è lampante che questo non c'entra nulla con gli obblighi di legge o con chi produce quei dati prodotti.

2 Andrea, 7/07/07 20:03

Ho spostato le risposte a questo messaggio in una discussione a parte, cosi' questo rimane come spiegazione dell'argomento trattato nel forum.

Invece di rispondere qui per favore rispondete nell'altra parte della discussione: https://www.veganhome.it/community/messages.php?forum=8&topic=48236
grazie!

Cos'hanno in comune queste persone? Ciascuno di loro sta salvando migliaia di animali.

Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!