aperitivi vegani

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1 Tom, 30/04/15 00:36

Salve a tutti!
La mia ragazza è da poco tempo quasi totalmente vegana, e domani dobbiamo trovarci con altri amici per un aperitivo. In questo momento lei non ha molto tempo, e per questo mi ha chiesto se posso cercare alcuni cocktail che siano certamente vegani. Ad esempio, lei era particolarmente amante dello spritz al campari, ma evidentemente ora non lo può più bere. Mi chiedevo se il problema possa porsi anche con lo spritz all'aperol, perché se è vero che l'aperol dovrebbe essere vegano (ma correggetemi se sbaglio), non si può essere sicuri che il locale in cui ci troveremo utilizzi un prosecco non chiarificato. Sapreste pertanto indicarmi alcuni cocktail vegani, magari abbastanza famosi da essere sicuro di trovarli in qualsiasi bar?
Ho visto in altri post che spesso si rimanda ad un sito con un elenco dei singoli alcolici, classificandoli come vegani-non vegani, ma mi fareste un grande favore se, anziché rimandarmi a siti che analizzano i singoli alcolici presenti nei vari cocktail, mi forniste alcuni esempi di cocktail vegani, così da semplificare la ricerca. Preferibilmente qualcosa di bevibile prima di cena (quindi eviterei le gradazioni alcoliche più alte, tipo vodke varie!).
Grazie mille a tutti!

2 Andrea, 30/04/15 13:15

Non credo sia possibile, perché di solito di tutti o parte degli ingredienti non si sa la marca, come nell'esempio che fai tu: il Campari non è vegan, l'Aperol sì ma in un cocktail non sai che vino ci hanno messo.

3 Tom, 30/04/15 13:44

Ok, quindi niente spritz...ma tu ad esempio se ti trovi a dover fare un aperitivo con gli amici, e sei in un bar, cosa prendi per andare sul sicuro, pur rimanendo sugli alcolici (e preferibilmente evitando il vino rosso, che alla mia ragazza non piace molto)?
Grazie!

4 Marina, 30/04/15 14:50

Ma se è QUASI vegan, come mai si preoccupa di un problema marginale come la chiarificazione? Meglio pensare a diventare vegan del tutto, è molto più utile per gli animali...

5 Andrea, 30/04/15 15:46

Tom ha scritto:
Ok, quindi niente spritz...ma tu ad esempio se ti trovi a dover fare un aperitivo con gli amici, e sei in un bar, cosa prendi per andare sul sicuro, pur rimanendo sugli alcolici

Io quando sono fuori bevo una birra (evitando inglesi come la Guinnes si va ragionevolmente sul sicuro) o un classico Jack Daniel's.

Il vino lo bevo a casa, e basta chiedere al produttore per sapere se è vegan o meno (quasi sempre lo è). Se ho voglia di un Aperol spritz anche quello me lo faccio a casa quindi posso scegliere un vino che so essere vegan.

Insomma, viste le mie abitudini il problema per me non si pone, per chi è abituato a bere l'aperitivo fuori non credo ci siano soluzioni.

6 Jonastraus, 30/04/15 18:08

Per curiosità: "quasi vegana" cosa vuol dire?

7 Tom, 1/05/15 13:33

"Quasi vegana" vuol dire che mangia le uova di galline e oche di mio zio, che le tratta come fossero figlie sue, e che le possiede da tempi immemorabili. Lo ritiene eticamente accettabile in quanto il consumo di queste uova non incrementa l'uccisione di pulcini maschi, poiché mio zio non compra i suoi animali (o almeno non lo fa ormai da decine di anni).

8 Jonastraus, 1/05/15 13:54

Tom ha scritto:
"Quasi vegana" vuol dire che mangia le uova di galline e oche di mio zio, che le tratta come fossero figlie sue, e che le possiede da tempi immemorabili. Lo ritiene eticamente accettabile in quanto il consumo di queste uova non incrementa l'uccisione di pulcini maschi, poiché mio zio non compra i suoi animali (o almeno non lo fa ormai da decine di anni).

capito, grazie :)

9 Andrea, 1/05/15 14:52

Tom ha scritto:
"Quasi vegana" vuol dire che mangia le uova di galline e oche di mio zio, che le tratta come fossero figlie sue, e che le possiede da tempi immemorabili. Lo ritiene eticamente accettabile in quanto il consumo di queste uova non incrementa l'uccisione di pulcini maschi, poiché mio zio non compra i suoi animali (o almeno non lo fa ormai da decine di anni).

Purtroppo non è così: è impossibile mangiare prodotti animali senza uccidere o sfruttare animali. Se fosse possibile allora quei prodotti sarebbero vegan e chi li mangia sarebbe vegan.

Sse da decine di anni non vengono comprate galline significa che quelle attuali si riproducono, ma come viene mantenuto il numero costante? Di solito in questi casi la risposta è che i pulcini vengono regalati.. ma i tal caso si uccidono lo stesso, semplicemente non lo fa il proprietario delle galline ma altri.

Per avere uova servono galline, per continuare ad avere galline per sostituire quelle che muoiono di vecchiaia occorre farle nascere, ma metà dei nati sono maschi, che fine fanno?

Se anche si riescono ad avere galline senza questo meccanismo, ad esempio adottando quelle salvate dagli allevamenti, le uova non vanno prese. Come spiegavano dei veterinari, le galline come tutti gli uccelli deporrebbero le uova poche volte l'anno, se vengono portate loro via l'istinto le porta a deporne altre in continuazione, con grosse perdite di calcio e vari problemi di salute: la vita media diminuisce drasticamente e così la qualità della vita.

10 Jonastraus, 1/05/15 15:05

Io, oltre a condividere pienamente il post di Andrea, aggiungo solo una cosa.
Sembrerò, al solito, ortodosso, ma, citando: "le parole sono importanti".
Perché rappresentano idee, filosofie, modi di vivere e, semplicemente, cultura".
Quindi, gli animali non si "possiedono" mai, quando va bene si ha la fortuna che vivano con noi.

11 Marina, 1/05/15 16:58

Sempre in merito alle uova, bisogna sempre tener conto di una cosa: non è normale per le femmine dei volatili produrre uova in continuazione, è un'aberrazione contronatura che è stata indotta dagli allevamenti (di qualsiasi genere, non solo intensivi). In natura gli uccelli fanno poche uova l'anno, per la riproduzione. E galline, anatre, ecc. sono uccelli come tutti gli altri, non sono "qualcosa che serve a produrre uova".

Perciò è logico che una produzione quotidiana sia dannosa per il loro organismo e assolutamente innaturale.

Oltretutto, dopo pochi anni anche le galline di razze selezionate per la produzione di uova smettono di farle, o ne fanno molto di rado, per cui per mantenere una produzione di uova continuativa bisogna per forza comprarne altre e queste altre provengono sempre dall'uccisione del corrispondente pulcino maschio.

In definitiva, non esiste un modo "vegan" di mangiare uova: vanno evitate sempre e comunque.

12 Tom, 2/05/15 14:16

Andrea ha scritto:
Purtroppo non è così: è impossibile mangiare prodotti animali senza uccidere o sfruttare animali. Se fosse possibile allora quei prodotti sarebbero vegan e chi li mangia sarebbe vegan.

Sse da decine di anni non vengono comprate galline significa che quelle attuali si riproducono, ma come viene mantenuto il numero costante? Di solito in questi casi la risposta è che i pulcini vengono regalati.. ma i tal caso si uccidono lo stesso, semplicemente non lo fa il proprietario delle galline ma altri.

Per avere uova servono galline, per continuare ad avere galline per sostituire quelle che muoiono di vecchiaia occorre farle nascere, ma metà dei nati sono maschi, che fine fanno?

Se anche si riescono ad avere galline senza questo meccanismo, ad esempio adottando quelle salvate dagli allevamenti, le uova non vanno prese. Come spiegavano dei veterinari, le galline come tutti gli uccelli deporrebbero le uova poche volte l'anno, se vengono portate loro via l'istinto le porta a deporne altre in continuazione, con grosse perdite di calcio e vari problemi di salute: la vita media diminuisce drasticamente e così la qualità della vita.

Circa i nuovi nati, mi riprometto di chiedere lumi a mio zio, perché non mi risulta che regali pulcini ad altra gente. E in effetti nel suo appezzamento si trova un elevato numero di galli, i quali hanno creato una precisa gerarchia sociale, anche se questa è soggetta a progressivi aggiustamenti (più o meno cruenti) determinati dai rapporti di forza che si instaurano tra i vari esemplari.
Quanto al problema della perdita di calcio, mi riprometto di chiedere delucidazioni a mio zio, perché non mi risulta che le sue galline abbiano mai sofferto di problemi di salute, e godono tutte di un'aspettativa di vita piuttosto alta. In ogni caso, come detto, mi informo e poi riferisco. Detto questo, vorrei inoltre sottolineare come il comportamento delle varie specie avicole, quanto alla produzione di uova, può variare di molto: ad esempio le oche tendono a fregarsene abbastanza delle loro uova, se non di quelle pochissime che deciono di covare; alcune galline depongono più o meno a casaccio e spesso abbandonano le loro uova senza più curarsene. Comunque, ribadisco, cerco di ottenere maggiori informazioni per non rischiare di parlare a sproposito.

Marina ha scritto:
Sempre in merito alle uova, bisogna sempre tener conto di una cosa: non è normale per le femmine dei volatili produrre uova in continuazione, è un'aberrazione contronatura che è stata indotta dagli allevamenti (di qualsiasi genere, non solo intensivi). In natura gli uccelli fanno poche uova l'anno, per la riproduzione. E galline, anatre, ecc. sono uccelli come tutti gli altri, non sono "qualcosa che serve a produrre uova".

Perciò è logico che una produzione quotidiana sia dannosa per il loro organismo e assolutamente innaturale.

Oltretutto, dopo pochi anni anche le galline di razze selezionate per la produzione di uova smettono di farle, o ne fanno molto di rado, per cui per mantenere una produzione di uova continuativa bisogna per forza comprarne altre e queste altre provengono sempre dall'uccisione del corrispondente pulcino maschio.

In definitiva, non esiste un modo "vegan" di mangiare uova: vanno evitate sempre e comunque.

Ma infatti gli animali di mio zio non producono affatto uova in continuazione: hanno dei cicli, sia mensili che annuali, con periodi in cui ne sfornano a palate e altri in cui non ne fanno nemmeno uno. Devo aggiungere che si tratta di razze selvatiche, non delle ovaiole (alcuni esemplari di anatra selvatica sono venute istintivamente a fare il nido nel campo di mio zio, tanto per dire), e quindi la produzione di uova è comunque, nel complesso, abbastanza contenuta. Mio zio non le tiene tanto per le uova, quanto per uno smisurato interesse per la natura e per il comportamento animale.
Detto questo, non metto in dubbio che mangiare uova non sia vegan, e infatti non ho mai asserito nulla di simile.

13 Andrea, 2/05/15 14:29

Tom ha scritto:
Detto questo, non metto in dubbio che mangiare uova non sia vegan, e infatti non ho mai asserito nulla di simile.

Ma hai scritto che ci sono casi in cui è possibile mangiare uova senza causare sofferenza; se così fosse, mangiare quelle uova sarebbe del tutto vegan.

È proprio questa l'incomprensione di fondo: essere vegan non vuol dire non mangiare dati alimenti, vuol dire non fare cose che uccidono o causano sofferenza agli animali; cosa mangiare o indossare solo una conseguenza. Quindi non esistono alimenti che non causano sofferenza ma non sono comunque vegan, altrimenti essere vegan sarebbe una sorta di dogma per cui certe cose non si mangiano anche se non fanno male a nessuno.

14 Andrea, 2/05/15 14:32

Tom ha scritto:
Circa i nuovi nati, mi riprometto di chiedere lumi a mio zio, perché non mi risulta che regali pulcini ad altra gente. E in effetti nel suo appezzamento si trova un elevato numero di galli, i quali hanno creato una precisa gerarchia sociale, anche se questa è soggetta a progressivi aggiustamenti (più o meno cruenti) determinati dai rapporti di forza che si instaurano tra i vari esemplari.

Ma qualunque specie, se lasciata libera di riprodursi e nutrita aumenta esponenzialmente.. sugli aggiustamenti più o meno cruenti.. anche se prendo due gatti e li faccio riprodurre in un terreno mi troverò con decine di eseplari che si aggiustano in modo cruento. Questo non è certo privo di crudeltà.

Tom ha scritto:
Ma infatti gli animali di mio zio non producono affatto uova in continuazione: hanno dei cicli, sia mensili che annuali, con periodi in cui ne sfornano a palate e altri in cui non ne fanno nemmeno uno.

E prelevare le uova altera comunque questi cicli.

15 Tom, 2/05/15 15:44

Andrea ha scritto:
Ma qualunque specie, se lasciata libera di riprodursi e nutrita aumenta esponenzialmente.. sugli aggiustamenti più o meno cruenti.. anche se prendo due gatti e li faccio riprodurre in un terreno mi troverò con decine di eseplari che si aggiustano in modo cruento. Questo non è certo privo di crudeltà.

Certo, se lasciata libera di riprodursi aumenta esponenzialmente: ma non è questo ciò che accade, perché la cova viene artificialmente limitata al fine di mantenere più o meno stabile il numero di esemplari. Quanto agli "aggiustamenti" nella scala gerarchica: si tratta di un comportamento del tutto naturale, perché si tratta di specie animali che tendono naturalmente ad istaurare gerarchie, e talvolta ciò avviene anche tramite comportamenti violenti. Non è una questione di spazi, perchè di spazio ne hanno molto di più di quello che utilizzano, ma del fatto che i maschi sono naturalmente portati ad assicurarsi il maggior numero di femmine possibili, talvolta utilizzando anche la forza. Quelli più deboli, comunque, tendono per lo più ad adeguarsi alla situazione, cercando di conquistarsi qualche femmina quando il "capobranco" non vede. Mi limito comunque a descrivere la situazione, non ho la pretesa di giudicare in termini etici un simile comportamento animale, né di valutare se una simile situazione possa ritenersi indotta dall'uomo, e quindi criticabile dal punto di vista vegan. Non lo faccio, perché non ho intenzione di andare contro la policy di questo sito, sul quale sono approdato più che altro per trovare risposta ad alcuni problemi pratici, non per mettere in discussione la "non-veganità" del mangiare uova.

Andrea ha scritto:
E prelevare le uova altera comunque questi cicli.

Ripeto che innanzitutto dipende da quali specie si considerano, perchè vi sono animali, come le oche, che fanno già di per sé poche uova, e di queste ne covano pochissime. Le altre le abbandonano senza più curarsene. Quanto alle galline, è possibile che tu abbia ragione (ma anche qui dipende molto dalle specie), ma è poi necessario capire cosa implichi tale alterazione dei cicli. Bisogna infatti considerare l'entità dell'eventuale sovrapproduzione, per poi valutare l'incidenza di essa sulla salute dell'animale. Ripeto che mi riprometto di chiedere lumi a mio zio sulla durata media di vita delle sue galline, nonchè sul loro stato di salute, perché da quanto ho sempre potuto constatare vivono una vita idilliaca e decisamente longeva. Detto questo, non mi interessa sminuire l'eventuale stato di potenziale stress che la raccolta delle uova può indurre nelle galline, perché si tratta poi di valutare l'accettabilità etica di un simile "sfruttamento". Della qual cosa, ripeto, non credo di voler e poter discutere senza violare la policy del sito, pertanto non entro in questo argomento.

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