Articolo bufala: "Perché non c'è nulla di etico nella vita di un vegano"

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1 Rabelais, 4/10/17 23:58

Buonasera, ho appena finito di leggere l'articolo dal titolo scritto qua sopra, e di cui potete trovare il link in fondo a questo messaggio.
Ve lo propongo perché vorrei capire se avete qualche informazione a riguardo degli argomenti trattati nell'articolo per smentire alcune delle conclusioni fatte dall'autore, di cui ho il sospetto siano false.
Controllando un po' in giro mi sembra che le varie cifre riportate durante l'articolo siano veritiere, ma ciò che mi sembra sbagliato sono le CONCLUSIONI.
Nell'articolo sono presentati 5 cibi non proprio ecologicamente/socialmente sostenibili, essi sono, in ordine di apparizione: quinoa, anacardi, mandorle, avocado, soia.

La PRIMA conclusione che mi sembra totalmente errata è definire l'intera idea vegan non etica solo perché 5 cibi non siano molto etici. Primo, questi 5 cibi non sono fondamentali per una dieta vegana, si può farne benissimo a meno; secondo, questi cibi non sono consumati unicamente dai vegani ma anche dagli onnivori.

La SECONDA conclusione che mi sembra sbagliata è quella che dato che la quinoa ha causato vari problemi sociali nei paesi produttori, allora sia un cibo non etico. Mi sembra di poter dire che la quinoa stia permettendo a Perù e Bolivia di sollevare la propria economia, i problemi invece derivano in parte da una gestione non attenta, da parte di questi due stati, dell'agricoltura ed economie locali.

Per quanto riguarda gli anacardi ho poco da dire, se non che mi sembra strano perché vedo pochi prodotto nei negozi a base di questo alimento.

La TERZA conclusione secondo me errata è dire che le mandorle solo la principale causa delle siccità in California (maggior produttore mondiale). Ho letto qualche articolo riguardo i problemi di acqua in questo stato, e si può notare come ci siano state numerose siccità nel corso degli anni, 2 nel 1800, 7 nel 1900, 2 dal 2000 in poi. Ciò, riporto da wikipedia, è dovuto a: è un grande paese produttore agricolo, è lo stato più popoloso degli USA, mancanza di nuove infrastrutture, capacità limitate dei serbatoi, perdite nei sistemi di distribuzione, ha un clima molto variabile. Per quanto riguarda il primo fattore (agricoltura) si legge che il 39% dell'acqua viene utilizzata per l'agricoltura, di questa quantità, il 18% è usata per coltivare l'alfalfa (principalmente usata come mangime per animali), l'11% è usata per i pascoli (pasture in inglese, si riferisce all'acqua data all'erba nei pascoli?), 34% per frutta e noci (noci è inteso come tutti i frutti a guscio duro, e legnoso: noci, mandorle, pistacchi, arachidi, ecc.), il 14% è usata per i field crops (penso siano significhi campi coltivati, ma non so di preciso), l'8% per il riso, e poi altre % minori. Il problema è che di quel 34% non sappiamo quanto sia destinato effettivamente alle noci, tuttavia notiamo come solamente considerano l'alfalfa e i pascoli si arriva a 18+11=29%, ossia il 29% di tutta l'acqua destinata all'agricoltura è usata per far crescere piante da dare come cibo agli animali. Da un altra pagina ho letto che circa 2700 miliardi di galloni d'acqua sono consumati ogni anno per nutrire il bestiame, mentre il consumo annuo urbano di acqua è circa 2300 miliardi di galloni, dunque minore. Numeri che fanno riflettere.

La QUARTA conclusione in parte errata è, da quanto si legge nell'articolo, il fatto che l'avocado venga presentato come una delle le principali cause della deforestazione, quando sappiamo bene che la principale causa di ciò sono gli allevamenti e i terreni per coltivare il cibo (soprattutto soia) per gli animali.

La QUINTA conclusione errata è definire la soia come "alimento principe della dieta vegana", ossia affermare che i vegani consumino kg e kg di soia. Personalmente ogni giorno bevo la bevanda/latte di soia, mentre altri prodotti derivati dalla soia (tofu, burger, "spezzatino") li consumo molto raramente, un 2-3 volte al mese non di più. Inoltre notiamo come nel "latte" di soia, la soia effettivamente presente sia intorno al 6% del totale: l'ingrediente principale è infatti l'acqua. Quindi su un litro parliamo di solo 60 grammi di soia.

La SESTA conclusione errata è affermare che se "smettessimo tutti di consumare prodotti animali, la deforestazione e il surriscaldamento terreste aumenterebbero.". Oltre il 40% della produzione agricola mondiale è usato come mangime per gli animali: chiudendo tutti gli allevamenti intensivi potremo usare tutta la produzione agricola direttamente per l'uomo, e sono sicuro ne avanzerebbe molta, poiché per produrre 1 kg di proteine animali servono molte più piante che non per produrre 1 kg di proteine vegetali (non ricordo le quantità ma sono sicuro sia così).

Direi che è tutto, voi cosa pensate?

2 Andrea, 5/10/17 09:01

Quell'articolo è una provocazione acchiappa-click, non posso credere che l'autore pensi veramente ciò che ha scritto. E come provocazione funziona bene, visto che scrivendo cose prive di alcun senso ha probabilmente guadagnato più che scrivendo 1000 articoli seri. A questo proposito. non linkate questi articoli, è esattamente il loro gioco. Un link da questo sito gli porta.. mettiamo 50 euro. Con 1000 link fate voi i conti..

L'articolo non ha il minimo senso appunto perché come scrivi i cibi che elenca non hanno niente a che vedere con la scelta vegan (non mi risulta che il vegan medio consumi più anacardi dell'onnivoro medio) e perché comunque i prodotti animali hanno impatto ambientale e sociale superiore di ordini di grandezza a qualunque vegetale.

La fame nel mondo, la siccità non sono causate dalle coltivazioni di avocado, ma dalle coltivazioni di cibo per gli animali.

Cos'hanno in comune queste persone? Ciascuno di loro sta salvando migliaia di animali.

Siamo tutti diversi, trova il modo adatto a TE per aiutare gli animali!