C'ERA UNA VOLTA IL VEGAN...; pagina 4
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Lucik,
15/04/05 18:16
Per le tracce, lo so...
Per quel che riguarda Gandhi, ci penso e mi interrogo spesso....
Per la "chiave di accesso"....direi, osservazione
perfetta.
Per quel che riguarda me...e per fare una citazione...
forse....."I'm the wrong part of the right side...."
Luciano
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Sara,
15/04/05 19:19
Scusate se vado o.t.
ma la scelta vegetariana (ovviamente quando si parla di ragioni etiche) è un passaggio, no?
Spesso le cose sono chiare ma noi non le vogliamo vedere, anche per me è andata così, se avessi aperto gli occhi prima sarei vegana da molto più di 2 anni.
Io non "giudico male" i vegetariani, perchè per una serie di ovvi motivi mi sento più vicina a loro.Di solito( almeno per la mia esperienza, poi magari non è sempre così) recepiscono subito e cominciano a riflettere diminuendo il consumo di prodotti di origine animale, a volte invece smettono tutto d'un botto.
Queste reazioni invece sono difficili da trovare negli onnivori, cioè...se sono ben disposti rifletteranno senz'altro, ma i tempi sono decisamente più lunghi, probabilmente per l'abitudine, la paura dei cambiamenti e via dicendo.
Un vegetariano sa già di cosa stai parlando, non c'è il rischio che ti prenda per pazzoide e quindi puoi anche non soppesare ogni singola parola... con gli onnivori devi cominciare da zero...spiegare tutto...è decisamente più impegnativo.E una volta che hai spiegato, anche se sono interessati c'è il rischio di sentirsi dire: "Interessante!Vabbè, tanto io di carne ne mangio poca"
:-)
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Lucik,
15/04/05 19:46
Per aggiungere a prima...
Il fatto è che se partecipi in prima persona al compiersi e al perpetrarsi di una crudeltà, di una tortura (visto che di questo si tratta nel messaggio)....chiunque, vegetariani, non vegetariani, chi ama particolarmente gli animali o chi non ha un amore particolare nei loro confronti....chiunque, come persona (tranne quell'estremo di quei pochi che non hanno "cuore e coscienza") non può restare indifferente....e non può non sentirsi scuotere l'anima....e si sente chiamato a essere direttamente partecipe alla vita/morte altrui. Si trova di fronte a una situazione in cui, da una parte sa che non ha la
"capacità" o il "diritto" di poter decidere a chi dare
o togliere la vita, e dall'altra si sente responsabile nei confronti stessi di una vita. Forse non gli è dato di giudicare, ma usando il suo sentimento e i concetti di giustizia, di vittima e di carnefice....sente dentro un obbligo morale a non poter restare indifferente. Forse la scelta giusta non c'è. Qualsiasi cosa faccia una persona
in questa situazione è destinata a portare un peso dentro di sè. Un peso ed il dubbio morale. Anche io sono perchè "nessuno tocchi caino" (anche se ho diversi punti di riflessione in proposito), ma mi pongo reali considerazioni per quando una persona si trova in momenti "a caldo", in cui col suo comportamento, con una sua decisione o azione, si trova a essere responsabile e determinante nel far sì che le cose vadano in un modo piuttosto che in un altro, che qualcuno viva o qualcuno muoia, che qualcuno soffra o che si salvi.....una cosa che tocca la profondità dell'essere umano, della sua etica e della sua cosienza. Quello si nota inoltre, è come si usino due pesi e due misure per l'esistenza delle diverse "speci"....se parlassimo di un assassino che sta per uccidere un bambino o una persona indifesa....si cambierebbero in parte (o anche in modo rilevante) la visuale e i criteri di giudizio delle persone. Ma la vita dell'uomo è allo stesso medesimo piano di tutte le altre. IL genere umano (o parte di esso) si è preso cosientemente o meno la libertà per autolegittimarsi "creatura superiore", arrivando a prevaricare brutalmente tutto quello a cui gli uomini non si sono ricordati di "concedere" diritti. Ma l'uomo non
ha la facoltà di concedere diritti, ha solo il dovere di rispettare i diritti che ogni essere ha per il solo fatto di esistere. Ed accanto alla sua invenzione di società basata su norme, regole, leggi e "civiltà"...mantiente
per il resto del mondo la brutalità, la prevaricazione, l'indifferenza, la forza viscerale del rozzo, il sangue degli indifesi....ed è "scioccante" vedere come questi
due "ambiti" convivano assieme nelle persone, senza che queste non le vedano neppure....
Luciano.
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Lucik,
15/04/05 19:50
Caso mai, Marco, questa portala come prova a difesa.... Ciao!
50
Lucik,
15/04/05 20:12
(Era una battuta, a volte "il forum" lascia spazio a eventuali interpretazioni che esulano dalle intenzioni....). :-)
Luciano.
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Marina,
16/04/05 13:36
shivers ha scritto:
Luciano se ti scoprissero ti difenderi volentieri.
Però, per facilitarmi la linea difensiva, evita di lasciare tracce così evidenti perdio!
Ormai siete tutti schedati, mi sa :-)
Marina, tu stessa sei stata vegetariana per anni e ce ne hai messo per passare al veganismo, pur sapendo in cuor tuo che essere vegetariani non poteva bastare. Eppure non l'hai fatto subito, hai dovuto metabolizzare il problema. Ecco, io credo che chiunque possa metabolizzare il problema. Dico: CHIUNQUE. Nessuno è irrecuperabile.
Il punto è trovare la chiave d'accesso.
Non e' questo il punto.
Quel che mi aveva amareggiato era "ognuno fa quel che si sente", come se fosse lo stesso fare una cosa o
un'altra.
Non e' lo stesso.
E cio' non significa che io condanni irrimediabilmente chi non e' vegan e non ci voglia parlare. Nessuno di noi e' nato vegan. E io ci parlo tutti i giorni (via mail) e scrivo un sacco di cose per comunicare proprio con chi non e' vegan (ovvio, chi lo e' gia' non ha bisogno che gli parli, gli spieghi, ecc.).
Ma mai diro' o pensero' che e' lo stesso se uno e'
vegan o meno, che e' una scelta che riguarda solo lui/lei, perche' non e' cosi', e' una scelta che riguarda gli animali. Non e' lo stesso proprio per niente!
Fosse una scelta di salute, o spirituale, allora si' e'
una scelta personale e "fa lo stesso", ognuno prende la strada che vuole. Ma coinvolge altri. Coinvolge innocenti che non possono difendersi.
Questo e' il concetto.
Ciao,
Marina
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kupe,
16/04/05 14:05
Della nostra vita facciamo quello che ci pare ma non prendiamoci diritti su quelle vite di cui invece non ne abbiamo....
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kupe,
16/04/05 14:29
A proposito di tolleranza....nessuno di voi vive con un carnivoro che nonostante le vostre 2000 spiegazioni non ci pensa lontanamente a smettere di mangiare carne??!!!
secondo voi noi siamo nati con una certa predisposizione e sensibilita' che a tutti non e' toccata??!!
Tante volte quando parlo con carnivori non riesco a capire come fanno a non vedere nei loro piatti una vita uccisa!! Non riescono a collegare che quel pezzo di carne era un animale che respirava ed esisteva.Gli fa molto comodo non pensarlo in questi termini...Spersonalizzano quel pezzo di carne come se fosse nato in quel modo e non facente parte di un essere vivente.Ma al supermercato quando ti vendono la porchetta e ti trovi davanti non solo un pezzo spersonalizzato di carne ma pure la testa e vedi gli occhi,la bocca,allora dico come fai a non vedere assassinio???
Secondo me questo tipo di persone sono irrecuperabili.
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Sara,
16/04/05 14:35
kupe ha scritto:
secondo voi noi siamo nati con una certa predisposizione e sensibilita' che a tutti non e' toccata??!!
Non lo so, penso che per ognuno sia diverso...perchè ogni vegan ha la sua storia.Sicuramente per alcuni la molla è stata la sensibilità, per altri il raziocinio, per altri ancora uno stimolo esterno...non credo ci sia un motivo particolare che vada bene per tutti.
55
Marina,
16/04/05 14:40
kupe ha scritto:
Ma al supermercato quando ti vendono
la porchetta e ti trovi davanti non solo un pezzo spersonalizzato di carne ma pure la testa e vedi gli occhi,la bocca,allora dico come fai a non vedere assassinio???
Secondo me questo tipo di persone sono irrecuperabili.
No, io non credo che lo siano.
Credo che molti di noi la porchetta l'abbiano mangiata nella loro vita, e abbiano visto il maiale morto, e non siano diventati vegetariani subito, per questo.
Percio', come lo siamo diventati noi, lo possono diventare anche lgi altri.
Certo, se hai pure uno che ti invita ad esserlo, ti spiega tutto, e tu non lo diventi lo stesso, le speranze sono minori (magari avessi avuto qualcuno che mi avesse invitato a diventarlo, non ci avrei messo 20 anni!) pero' non sono comunque perdute.
Ciao,
Marina
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kupe,
16/04/05 14:51
Marina il tuo ottimismo mi consola...ma la vedo dura lo stesso!!!
sono convinta che ci vuole qualcosa in piu' per fare
questa scelta e questo qualcosa in piu' non tutti ce lo possono avere.
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mazinger_z,
16/04/05 15:25
Il discorso non è tanto diventare vegan, ma continuare ad esserlo. Credo che tra le due cose, sia di gran lunga molto più difficile la seconda, ovvero mantenere una scelta, un giuramento, una promessa... è proprio qui che si vede di che pasta siamo fatti, si vede chi ha gli attributi e chi no.
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Sara,
16/04/05 15:36
mazinger z ha scritto:
Il discorso non è tanto diventare vegan, ma continuare ad esserlo. Credo che tra le due cose, sia di gran lunga molto più difficile la seconda, ovvero mantenere una scelta, un giuramento, una promessa... è proprio qui che si vede di che pasta siamo fatti, si vede chi ha gli attributi e chi no.
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Non la vedo così, chi è motivato, chi pensa alla salvezza degli animali non può avere ripensamenti, anche perchè bel frattempo subentra il disgusto...un pezzo di carne o la mozzarella sono visti come cadaveri, non come cibo.Per un vegan etico e quindi non specista, mangiare una di queste cose sarebbe come mangiare i propri figli.Se uno ha ripensamenti vuol dire che non ha ancora avuto una presa di coscienza.Secondo me.
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kupe,
16/04/05 15:57
non vedo difficile mantenere la scelta ,non e' un sacrificio o una rinuncia che costa anzi e' una
liberazione percio' non capisco perche'ci dovrebbero
essere per cosi' dire "ricadute".
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mazinger_z,
16/04/05 16:07
Sara ha scritto:
Non la vedo così, chi è motivato, chi pensa alla salvezza degli animali non può avere ripensamenti, anche perchè bel frattempo subentra il disgusto...un pezzo di carne o la mozzarella sono visti come cadaveri, non come cibo.Per un vegan etico e quindi non specista, mangiare una di queste cose sarebbe come mangiare i propri figli.Se uno ha ripensamenti vuol dire che non ha ancora avuto una presa di coscienza.Secondo me.
Quindi stai dicendo la stessa cosa che dico io, no? Lo dò per scontato che un vegan non debba avere ripensamenti... ecco perchè parlavo di un giuramento, di una promessa, ovvero di cose che si fanno senza il minimo dubbio o ripensamento alcuno.