Lievito di birra
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Altaria,
10/01/19 05:46
In giro si legge spesso di numerosi lieviti di birra (freschi o secchi) in commercio, contenenti additivi d'origine animale o addirittura creati con l'ausilio di interiora o grassi (sempre animali ovviamente). Leggendo le etichette e/o schede tecniche di molti lieviti non si viene certo rassicurati.
Voi come vi comportate? Avete consigli da darmi su come destreggiarsi fra forni, pizzerie e gli stessi supermercati, ora che persino pani,pizze e focacce sono state contaminate (o rischiano d'esserlo)?
Grazie.
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Andrea,
10/01/19 09:31
Sono bufale.. se guardi la proprietà di quasi tutti siti e magazine on-line che si definiscono "vegan" sono dei peggiori assassini di animali e tutto quello che scrivono serve solo a fare scalpore e far guadagnare con le pubblicità. Per questo vanno ascrivere che c'è carne etica (!), ma fanno credere che il pane non lo sia. Dir che il pane è vegan non fa notizia, dire che non lo è sì.
L'unica cosa vera è che alcuni preparati che si possono usare per far lievitare (quelli in bustina per intenderci) possono contenere tra i tanti ingredienti anche ingredienti animali, quindi avranno lievito (che è assolutamente vegan) più conservanti, insaporitori, e altre cose che possono essere di origine animale o meno. Ad esempio il famoso Pane Angeli a seconda dei periodi era vegan o meno perché cambiava la composizione. Ma non si tratta di lievito, sono preparati che contengono anche lievito.
Se compri pane o pizza o focaccia ed è fatta con lievito non ci sono rischi.
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Altaria,
10/01/19 14:28
Anche se tu avessi ragione, cio' significherebbe che potenzialmente tantissimi lieviti secchi (in busta) possono contenere additivi d'origine animale. Perdonami, ma la cosa mi conforta veramente poco.
Non tanto per quelli che posso comprare io, che so leggere le etichette e conosco le "nomenclature" sospette, ma per quelli che possono comprare fornai, pizzaioli e pasticceri vari.
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Andrea,
10/01/19 14:58
Altaria ha scritto:
Non tanto per quelli che posso comprare io, che so leggere le etichette e conosco le "nomenclature" sospette, ma per quelli che possono comprare fornai, pizzaioli e pasticceri vari.
I prodotti di pasticceria in generale non sono vegan quindi sono un caso a parte.
Per quanto riguarda pane o pizza quando tra gli ingredienti c'è il lievito allora è lievito, non un preparato fatto da svariati ingredienti.
Quindi come per tutte le cose si guardano gli ingredienti: latte e strutto ovviamente non vanno bene, farina, sale, lievito, ecc. vanno bene. Se hanno usato preparati (mai visto in vita mia comunque) deve essere tra gli ingredienti. Non esiste che usino un preparato con derivati del latte, o carne e poi lo indichino come "lievito".
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Altaria,
10/01/19 14:59
Infatti, proprio adesso sto continuando a cercare e a leggere schede tecniche e ingredienti dei piu' disparati lieviti in commercio (secchi o freschi).
Se quelli freschi, nonostante non poca ambiguita' nelle descrizioni dei processi lavorativi, non destano poi tantissime preoccupazioni, per quelli secchi invece e' tutto un altro paio di maniche; ogni lievito in busta che incontro (o quasi) contiene l' additivo/stabilizzante/emulsionante e-490 (monostearato di sorbitano) o i suoi parenti stretti (491/492/493). In poche parole un additivo che puo' essere sia d'origine animale sia vegetale.
Potrei giocarmi la casa che il 90% di questi pero' sono d'origine animale.
Percio' dico di non sentirmi affatto rassicurato, ne' dal punto di vista etico, ne' dal punto di vista salutistico.
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Altaria,
10/01/19 15:11
Innanzitutto c'e' da ricordare che per la normativa UE, le aziende non sono tenute a fornire informazioni SUGLI INGREDIENTI usati nei loro prodotti.
Cio' significa che se uso un ingrediente con additivi d'origine animale per comporre il mio prodotto, non sono neanche tenuto a specificarlo. Sono tenuto a specificare la composizione solo gli ingredienti che vanno a formare il MIO PRODOTTO, non gli ingredienti degli ingredienti.
Tornando al lievito il discorso non cambia; che il lievito da che mondo e mondo sia "vegan" (cioe' che non abbia nulla a che vedere con gli animali. perlomeno direttamente) lo sanno tutti (o almeno dovrebbero). Ma io dicevo ben altro. Io parlavo degli additivi vari (di origine dubbia, ergo 9/10 animale) che vengono sparsi come zucchero a velo in ogni dove, oltre che alla preoccupante (ma ancora non verificata a quanto pare) tendenza moderna dell' utilizzare "metodi alternativi" per la produzione del lievito stesso.
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Altaria,
10/01/19 15:13
Andrea ha scritto:
I prodotti di pasticceria in generale non sono vegan quindi sono un caso a parte.
Io parlavo delle pasticcerie vegan (rare, ma effettivamente esistenti xD) e di quei prodotti "alternativi" come i croissant vegetali ad esempio, che oramai si possono acquistare un po' ovunque.
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Marina,
10/01/19 16:19
Altaria ha scritto:
Tornando al lievito il discorso non cambia; che il lievito da che mondo e mondo sia "vegan" (cioe' che non abbia nulla a che vedere con gli animali. perlomeno direttamente) lo sanno tutti (o almeno dovrebbero).
Dovrebbero, ma invece c'è chi vuol far credere che il normale lievito di birra per fare il pane contenga chissà che.
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Altaria,
10/01/19 16:33
Marina ha scritto:
Dovrebbero, ma invece c'è chi vuol far credere che il normale lievito di birra per fare il pane contenga chissà che.
Dipende cosa s'intende per "normale lievito di birra". Se s'intende il processo produttivo conosciuto e usato da millenni (coltivazione e fermentazione di "micro funghi") e' un discorso, se s'intende quello che attualmente ci ritroviamo negli scaffali e' un altro.
Tralasciando il discorso dell' alterazione del processo stesso (e onestamente non me ne meraviglierei, sapendo quel che accade nell' ambito dell' industria vinicola o in quella degli zuccheri), ci si trova a fare i conti con additivi, nello specifico emulsionanti e stabilizzanti, sparsi ovunque.
Personalmente ripongo le speranze nel fatto che acidi grassi di quel tipo (i componenti delll' e491 e dei suoi simili) sono facilmente ottenibili da oli vegetali, ERGO = OLIO DI PALMA, ergo = economicamente piu' conveniente per un industria generica, rispetto alla fruizione tramite animali.
Meglio un acido derivante da un oliaccio stra raffinato, che un acido derivante da un maiale.
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Altaria,
10/01/19 17:56
Oltretutto, stavo ragionando proprio adesso, che sempre rimanendo nell' ambito dei prodotti da forno (pizza, focacce, pane ecc.), anche la pasta madre stessa non e' esente da rischi.
E' risaputo che nonostante sia composta da semplice acqua e farina, per produrla (all'inizio) e rinfrescarla (poi), viene spesso fatto uso di miele (che, non crocifiggetemi, personalmente mi preoccupa in maniera relativa), yogurt o frutta zuccherina, oltre che dello stesso lievito madre (dalle caratteristiche comunque sempre dubbie, perlomeno per quanto riguarda il discorso additivi).
Percio' boh ... Io onestamente non saprei proprio come comportarmi
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Andrea,
10/01/19 18:14
No, tutti gli ingredienti devono essere indicati. In particolare non è assolutamente vero questo:
le aziende non sono tenute a fornire informazioni SUGLI INGREDIENTI usati nei loro prodotti.
Cio' significa che se uso un ingrediente con additivi d'origine animale per comporre il mio prodotto, non sono neanche tenuto a specificarlo.
Se uso un ingrediente che a sua volta è composto da altri anche questi devono essere indicati. Anche perché altrimenti non ci sarebbe fine agli ingredienti che si potrebbero nascondere: La ditta X compra una "pasta madre per pizza" dalla ditta Y e poi un "condimento a base di pomodoro" dalla ditta Z e non deve indicarne gli ingredienti perché non li ha fatti lei?
Tra l'altro parliamo anche di ingredienti che possono essere letali per gli allergici e per i quali perfino i rischi di contaminazione devono essere indicati.
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Altaria,
10/01/19 18:52
Andrea ha scritto:
No, tutti gli ingredienti devono essere indicati. In particolare non è assolutamente vero questo:
Andrea ha scritto:
Se uso un ingrediente che a sua volta è composto da altri anche questi devono essere indicati. Anche perché altrimenti non ci sarebbe fine agli ingredienti che si potrebbero nascondere: La ditta X compra una "pasta madre per pizza" dalla ditta Y e poi un "condimento a base di pomodoro" dalla ditta Z e non deve indicarne gli ingredienti perché non li ha fatti lei?
Tra l'altro parliamo anche di ingredienti che possono essere letali per gli allergici e per i quali perfino i rischi di contaminazione devono essere indicati.
Per gli additivi sono sicuro al 100% che la normativa europea sia esattamente cosi'. Per quanto concerne il resto non ne ho la certezza, ma poco cambia.
Dovrei andare a rileggermela.
Poi, i rischi di contaminazione raramente riguardano la fase di produzione, eccetto rari casi, e proprio per questo le aziende non fanno fatica a inserire la dicitura "puo' contenere tracce di X" oppure "prodotto e confezionato all' interno di stabilimento X". Di conseguenza nessuno spinge per una modifica legislativa di quel genere, in un senso o in un altro ... Semplicemente ce n'e' poco bisogno (e poca paura).
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nicleri,
10/01/19 19:08
Scusate la domanda che forse è sciocca, ma per quanto riguarda la pizza? Io vado spesso in un locale che ha l'impasto fatto con lievito madre. Gli ingredienti indicati sono acqua, farina e lievito madre, mi sono sempre limitata a prendere la pizza senza mozzarella (oltre a salumi, acciughe etc. ovviamente) Pensando fosse ok. Non lo é? Bisogna chiedere? Grazie mille.
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Altaria,
10/01/19 19:10
" Gli additivi sono sostanze presenti in quasi tutti gli alimenti, ad esclusione degli alimenti base come l'olio vergine d'oliva. Tutti gli additivi devono essere indicati sull'etichetta del rispettivo prodotto; la legge non obbliga tuttavia a indicarli se sono contenuti in un ingrediente. "
Cosi' recita wikipedia. La normativa europea precisa da consultare adesso non la trovo (se vuoi citarmela sei il benvenuto), ma dubito smentisca quanto scritto sopra.
Questo inoltre e' uno dei (tanti) motivi che hanno spinto enti come "veganok", "icea" e tantissimi altri a nascere; il concetto di base e' il seguente: le leggi attualmente vi permettono di fare il comodo vostro, ma se volete la nostra certificazione, sinonimo di maggiore affidabilita' (e quindi piu' introiti), dovete rispettare determinati requisiti e comportarvi secondo alcuni standard ben precisi.
PS: Non freghera' nulla a nessuno, ma vi chiedo comunque di perdonarmi la scrittura da cani. Vado di fretta e sono abituato a rileggere piu' volte i messaggi che scrivo, quindi talvolta mi capita di cambiare qualcosa per poi accorgermi che il resto della frase non funziona piu'. Purtroppo e' la prima volta che mi trovo ad usare questo forum, che purtroppo non da la possibilita' di modificare i messaggi.
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Andrea,
10/01/19 19:38
Altaria ha scritto:
Questo inoltre e' uno dei (tanti) motivi che hanno spinto enti come "veganok", "icea" e tantissimi altri a nascere;
Oddio anche questa ora.. VeganOK non è un ente, è un marchio pubblicitario che non garantisce assolutamente niente, tanto che è stato messo su prodotti con pollo, sul cioccolato al latte ecc. ecc. Anzi, tutti i vegan che conosco evitano assolutamente quel marchio per tutte le cose fate dall'azienda che lo gestisce.
il concetto di base e' il seguente: le leggi attualmente vi permettono di fare il comodo vostro,
ma se volete la nostra certificazione, sinonimo di maggiore affidabilita' (e quindi piu' introiti), dovete rispettare determinati requisiti e comportarvi secondo alcuni standard ben precisi.
Falso al 100%, le leggi sono molto stringenti. Le certificazioni (questo vale per ICEA, non per VeganOK che non è una certificazione) sono rarissime per i prodotti alimentari proprio perché non danno garanzie in più. Sono utili per cosmetici e prodotti per la casa dove non ci sono chiare sul fatto che contribuiscano o meno alla vivisezione.